1) Delude la sperimentazione di tremelimumab utilizzato come terapia unica contro il Mesotelioma.
REGNO UNITO – AstraZeneca e MedImmune hanno reso noti i dati relativi ad uno studio clinico di Fase IIb, denominato DETERMINE, in cui il farmaco sperimentale tremelimumab è stato valutato in regime di monoterapia per il trattamento di seconda o terza linea di pazienti con mesotelioma non resecabile. In base ai risultati ottenuti, tremelimumab non si è dimostrato in grado di raggiungere l’endpoint primario della sperimentazione, costituito dal tasso di sopravvivenza globale dei partecipanti.
Tremelimumab è un anticorpo umano selettivamente diretto contro la proteina CTLA-4 (antigene 4 associato ai linfociti T citotossici). Il farmaco è progettato per stimolare l’attivazione dei linfociti T e amplificare la reazione antitumorale del sistema immunitario.
AstraZeneca ha annunciato che i dati completi relativi allo studio DETERMINE verranno presentati nel corso di quest’anno, durante uno dei prossimi convegni medici. La società ha anche dichiarato l’intenzione di proseguire lo sviluppo clinico di tremelimumab impiegato in combinazione con altri agenti farmacologici per il trattamento di diverse forme di tumore.
2) Pubblicati lo scorso anno promettenti risultati di uno studio italiano di immunoncologia:
Pubblicati su Lancet Respiratory Medicine, tra le più importanti riviste scientifiche internazionali di settore, i promettenti e definitivi risultati di uno studio di immunoncologia sul mesotelioma, effettuato dall’équipe dell’Immunoterapia Oncologica dell’AOU Senese, diretta dal dottor Michele Maio. L’importante risultato è stato raggiunto grazie alla rilevanza dei dati dello studio, presentati in anteprima mondiale al meeting ASCO – American Society of Clinical Oncology nel 2014 e che ora, definitivi, lasciano ben sperare sulla disponibilità futura di nuove terapie per la cura del mesotelioma.
“Si tratta di uno studio clinico – spiega il dottor Maio – che ha utilizzato, in pazienti affetti da mesotelioma in fase avanzata che avevano fallito una precedente chemioterapia standard, una scheda di somministrazione più intensiva ed un diverso dosaggio dell’anticorpo monoclonale tremelimumab diretto contro la molecola CTLA4, incrementando l’efficacia clinica del trattamento, rispetto ad un primo studio già effettuato con tremelimumab dal nostro Centro di Siena nel 2013”. In questo secondo studio, più del 50% dei pazienti hanno ottenuto un controllo della malattia, sia in termini di stabilità che di riduzione delle dimensioni del tumore.
“La sperimentazione è stata condotta su 29 pazienti provenienti a Siena da tutta Italia – aggiunge l’oncologa Luana Calabrò – Proprio sulla scorta di questi ulteriori promettenti risultati sull’utilizzo dell’immunoterapia nel mesotelioma abbiamo disegnato un’ulteriore sperimentazione, che utilizzerà il tremelimumab in associazione ad un nuovo anticorpo diretto contro il recettore PDL-1, e che sarà sponsorizzata dalla Fondazione NIBIT. Contiamo di poter iniziare a trattare i pazienti in questo nuovo studio entro la prossima estate”. Per il mesotelioma, attualmente, non ci sono terapie efficaci per i pazienti che hanno fallito un primo trattamento chemioterapico, quindi l’immunoterapia potrebbe rappresentare un valido aiuto per combattere la malattia.
3) Sempre lo scorso anno un altro studio contro il mesotelioma pleurico, condotto negli Stati Uniti: pembrolizumab blocca la crescita tumorale
PHILADELPHIA – Secondo un nuovo studio condotto da ricercatori della Perelman School of Medicine dell’Università della Pennsylvania, il PD-1 inibitore pembrolizumab, farmaco immunoterapico impiegato contro il cancro, ha mostrato la capacità di ridurre o fermare la crescita tumorale nel 76 per cento dei pazienti affetti da mesotelioma pleurico. I risultati sono stati presentati in occasione del meeting annuale 2015 dell’American Association for Cancer Research (AACR), che si è tenuto a Philadelphia dal 18 al 22 aprile.
Un team internazionale di scienziati provenienti da Stati Uniti, Europa e Regno Unito guidati da Evan W. Alley, MD, PhD, co-direttore del Penn Mesothelioma and Pleural Program, ha rilevato che dei 25 pazienti trattati con il farmaco, sette (28 per cento) ha sperimentato la riduzione del tumore mentre 12 pazienti (48 per cento) hanno sperimentato un rallentamento della crescita tumorale. Nessun paziente ha interrotto il trattamento a causa di eventi avversi gravi correlati all’assunzione del farmaco.
FONTE: SITO ISTITUZIONALE OSSERVATORIO MALATTIE RARE