Il recente incidente allo stabilimento Eco-X di Pomezia ha dimostrato ancora una volta la necessità di accelerare il processo di bonifica dall’amianto presente negli edifici pubblici, privati e industriali.
Al momento l’amianto è smaltito in discarica ma la risoluzione del Parlamento europeo del 14/03/2013 afferma che “il conferimento dei rifiuti di amianto in discarica non sembrerebbe il sistema più sicuro per eliminare definitivamente il rilascio di fibre di amianto nell’ambiente […] e che pertanto risulterebbe di gran lunga preferibile optare per impianti di inertizzazione dell’amianto; […] la realizzazione di discariche di rifiuti di amianto è una soluzione solo provvisoria del problema” e il Rapporto INAIL 2015 afferma che “al 30/6/2013 la volumetria totale residua su tutto il territorio nazionale, e cioè la capacità ancora disponibile a smaltire RCA in futuro, è stimabile 2,4 milioni m3”.
E’ in questo contesto normativo e ambientale che nasce Microwaste.
La startup, ospitata presso l’Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino, sviluppa, produce e commercializza macchinari innovativi per il trattamento dei rifiuti.
Microwaste ha sviluppato reattori che convertono l’amianto in materiale inerte mediante un sistema di trattamento mobile;
il trattamento elimina completamente la cancerogenicità dell’amianto stesso, generando una materia prima secondaria. Il processo di inerzia consiste nel riscaldamento dell’amianto ad alta temperatura (> 1000 ° C); La fibra dell’amianto cambia completamente la sua struttura chimica e si trasforma in un nuovo materiale, che non si dimostra dannoso per la salute umana e per l’ambiente.
Da un lato, il Parlamento europeo ha auspicato l’impiego di metodi alternativi alla discarica per la gestione dell’amianto; dall’altro, all’attuale ritmo di rimozione, si prevedono almeno altri 80 anni per ottenere la completa rimozione di questo pericoloso rifiuto dagli edifici, luoghi di vita e di lavoro.
fonte: microwaste.eu